IL KNOWLEDGE MANAGEMENT DI UNINETTUNO PER LE UNIVERSITA’ DEL XXI SECOLO.

20151022_173908Roma, 23 ottobre 2015 – L’evento organizzato dall’Associazione Eurovisioni, in collaborazione con l’Università telematica internazionale UniNettuno, dal titolo “Per una collaborazione virtuosa tra media e formazione superiore”, si è svolto ieri, giovedì 22 ottobre, presso la biblioteca SIAE del Palazzetto del Burcardo a Roma.

All’incontro hanno preso parte Maria Amata Garito, Presidente e Rettore dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno; Giacomo Mazzone per Eurovisioni, Furio Colombo, giornalista e scrittore; Rodolfo De Laurentiis, Presidente di Confindustria Radio Televisioni; Alberto Gambino, direttore della rivista “Diritto, Tecnologia, Mercato” e Presidente Accademia Italiana del Codice di Internet; Maria Pia Rossignaud, Direttore della rivista “Media2000”; Maarten Van Aalderen, giornalista, già presidente dell’Associazione Stampa Estera in Italia.

 

Il tema è stato sapientemente enucleato dai vari relatori, i cui interventi sono stati moderati dal Prof. Gianpiero Gamaleri, giornalista, docente di Sociologia della comunicazione e Preside della Facoltà di Scienze della comunicazione di UniNettuno, dopo l’introduzione del Rettore di UniNettuno.

 

La professoressa Garito, che di recente ha pubblicato il libro “L’università del XXI secolo tra tradizione e innovazione”, ha ricordato brevemente le motivazioni che l’hanno spinta a realizzare il suo sogno, che si è poi concretizzato nella creazione dell’università che dirige, basata su un modello di apprendimento a distanza, che utilizza i mezzi televisivi (digitale e satellite) ed Internet, per erogare i corsi di laurea delle sue 5 facoltà e dei corsi Master organizzati.

 

I modelli formativi innovativi offerti da UniNettuno sono la testimonianza degli importanti fattori che legano l’Università ed i media tradizionali, ma anche la rete internet. Con UniNettuno la creazione di un network globale per l’istruzione superiore, in cui docenti e studenti di diverse parti del mondo partecipano alla costruzione collaborativa del sapere non è più un’utopia.

 

La citazione che Gamaleri ha scelto per introdurre i lavori del convegno: “Gli analfabeti del futuro non saranno quelli che non sanno leggere o scrivere, ma quelli che non sapranno imparare”, centra a pieno le esigenze di sviluppare una collaborazione sempre più stretta fra università e media per prepararsi ad un futuro in cui ancor più la formazione sia affiancata da televisione ed internet per essere diffusa. Come diceva Umberto Eco, la televisione è infatti uno strumento per diffondere “sapere” e l’Università tradizionale non riesce più a soddisfare i bisogni di una società globalizzata ed interconnessa.

I nuovi modelli di università, quello del Consorzio Nettuno e quello dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno hanno anticipato il futuro creando una rete tecnologica e di intelligenze che senza più limiti di spazio, di tempo e di luogo sviluppano insieme sapere e conoscenze.

 

Introducendo i lavori del convegno, Rodolfo De Laurentiis ha sottolineato che la capacità di collaborare a contenuti formativi condivisi, potrebbe colmare dei gap ancora presenti nelle offerte formative della maggior parte delle università italiane, e rivelarsi una forma di rafforzamento della competitività e delle competenze dei laureati che si preparano ad entrare nel mondo del lavoro. La possibilità di diffondere il bagaglio di competenze con il knowledge base e la grande biblioteca di corsi e di moduli formativi a disposizione di UniNettuno, può contribuire enormemente ad accrescere la qualità culturale delle popolazioni che vi hanno accesso, abbattendo anche i divari esistenti fra Nord e Sud del mondo.

 

Notevoli infatti e lungimiranti sono gli sforzi fatti dalla professoressa Garito per fare dell’internazionalizzazione una delle strategie più importanti del Università Internazionale. Infatti UniNettuno può definirsi un’università globale avendo tra i propri iscritti studenti provenienti da 140 paesi diversi del mondo. Promuove scambi di studenti e personale docente con altre istituzioni, a livello Europeo ed Extraeuropeo, annoverando negli anni riconoscimenti, titoli e certificazioni che attestano l’impegno profuso nello studio e nella diffusione dei modelli sostenibili di e-learning.

 

Secondo Furio Colombo, le università, che hanno da sempre contribuito agli scambi a distanza fra docenti e studenti, che prima si spostavano da città a città, trovano una naturale vocazione nell’utilizzo dei media a servizio della diffusione della conoscenza e della comunicazione a distanza. Negli anni ’60 il “muoversi” degli studenti fra le varie università americane è stata l’espressione della volontà dei giovani di ampliare il loro bagaglio culturale, entrando in contatto con competenze che erano disponibili e localizzate in altri poli universitari, rispetto a quelli dove erano iscritti.

Così, Furio Colombo, ricorda l’inizio del cambiamento per il quale l’università è diventata “centro di comunicazione”, che dispone dello strumento “conoscenza” e dei mezzi di comunicazione, ma come detto nel libro di Maria Amata Garito, “non si diventa università perché si comunica, ma si comunica a distanza quando si è già un’università che ha docenti, comunità e dottrina per raggiungere persone lontanissime, stabilendo rapporti internazionali”. L’università del XXI secolo sarà sempre più arricchita da centri di produzione del sapere, che possono utilizzare consapevolmente i mezzi di comunicazioni che si hanno a disposizione.

Furio Colombo ha sottolineato come di grande attualità oggi sono le lunghe carovane di rifugiati, che percorrono a piedi, “come sangue nuovo che attraversa le strade e le foreste dell’Europa, che sono come vene”, per portarsi in nuovi luoghi, dove avranno necessità e bisogni che possono coincidere con l’acquisizione di nuove conoscenze, magari per apprendere la cultura e la lingua della nazione nuova, che vanno ad abitare.

L’università a distanza, già con il modello del Consorzio Nettuno, ha precorso questi flussi migratori, raggiungendo i luoghi distanti, comunicando la cultura e rendendola disponibile a civiltà lontane.

La forza dell’idea alla base di UniNettuno resta infatti la collaborazione fra poli università tecnologici che si rivolgono all’utenza, confrontando le esperienze di ognuno, creando nuova conoscenza e mettendo a fattor comune le competenze migliori di ognuno, per offrire contenuti di qualità e mantenendo l’eccellenza nel campo dei saperi.

 

Maarten Van Aalderen ha poi confermato nel suo intervento la sua positiva esperienza di collaborazione con UniNettuno, come docente e condirettore del Master in Global Journalism, in cui ha potuto percepire che nonostante il corso si svolga a distanza, la piattaforma UniNettuno consente di mantenere attivo e costante il contatto fra docente e studente, per tutta la durata del percorso di studi, superando i limiti di spazialità.

 

La grande competenza dei docenti che collaborano con l’Università Internazionale e l’eccellente livello di approfondimento dei corsi erogati dal polo universitario, hanno consentito ad UniNettuno di ampliare la propria offerta formativa con i MOOC (Massive Open Online Courses). Più di 220 corsi gratuitamente accessibili, per poter seguire liberamente le lezioni dei migliori docenti italiani e internazionali su una selezione dei migliori corsi offerti dall’università. Tutti gli insegnamenti diventano a pagamento nel momento in cui si vuole acquisire la certificazione dei crediti formativi con il superamento dell’esame finale.

 

La massima di Karl Wiik che nel 1986 sosteneva che “l’obiettivo del Knowledge Management è migliorare l’efficienza dei gruppi collaborativi esplicitando e mettendo in comune la conoscenza che ogni membro ha maturato durante il suo percorso professionale” , è messa in atto egregiamente da UniNettuno sulla propria piattaforma e-learning.

Il cyberspazio didattico di UniNettuno, rende infatti attuale il modo di studiare, reso possibile grazie alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che sarà certamente sempre più adottato come modello nelle università del XXI secolo, che vorranno restare al passo con i tempi in una società sempre più iperconnessa.

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